giovedì 30 maggio 2013

Reality NeiTuoiPanni: chi sarà il Vincitore?

Si sono sfidati, concentrati, divertiti e, a volte, anche arrabbiati ma soprattutto per una settimana si sono messi nei panni dei consulenti di Findomestic!
Salvo, Marcello, Antonella P.,Maurizio, Luca e Antonella M., sono giunti al termine di questa avventura … ma chi è il Vincitore?
Con l’ottava puntata si chiude Nei Tuoi Panni di Findomestic.
NeiTuoiPanni_Findomestic
I tre Giudici hanno finalmente deciso chi tra i 6 clienti / concorrenti torna a casa vincitore.
Qualche pronostico i protagonisti l’hanno già azzardato nel confessionale del 7° episodio; sarà Salvo, che dichiara di contendersi la vincita con Marcello, oppure come dice Antonella P, la sfida finale avverrà tra Salvo e Luca?
“Vincerò non lo dirò mai” sostiene ancora Salvo “perché non sono una persona presuntuosa. Posso dire che spero veramente di vincere, credo di avercela messa tutta”.
Tutti e 6 i concorrenti sono stati davvero protagonisti di questa esperienza vissuta a tutto tondo all’interno delle mura di Findomestic, dall’energetica Antonella P., ad Antonella M. timida all’inizio e combattiva alla fine. E poi il comunicativo e positivo Salvo, il metodico e tranquillo Marcello, il genuino ed intelligente Luca e infine l’analitico Maurizio.
Chi è il Vincitore?
Ecco l’ottava puntata per scoprirlo e in bocca al lupo a tutti!
Il Reality Nei Tuoi Panni sarà in onda su Class TV a partire da martedì 4 giugno.

giovedì 21 febbraio 2013

Simona Norreri, Lombardia Scuola di Welfare


Simona Norreri, i principali obiettivi da raggiungere sono: garantire la continuità didattica; superare le graduatorie e i concorsi centralisti per concorsi e dirigenti scolastici, passando gradualmente ad un sistema che valorizzi il reclutamento condotto dalle istituzioni scolastiche sulla base di albi e abilitazione regionale, con graduatorie e concorsi regionali, ed ottenere così un rafforzamento dell’autonomia delle istituzioni scolastiche; contributi per l’acquisto dei libri per le scuole di ogni ordine e grado.
Norreri Simona
Bisogna puntare ad una scuola che tenga conto delle reali necessità del territorio e, quindi, prevedere una collaborazione sistematica tra realtà formative e il mondo del lavoro per orientare i programmi didattici alle necessità lavorative dell’area di appartenenza, potenziando anche gli strumenti di alternanza scuola-lavoro e l’apprendistato. Non è più plausibile al giorno d’oggi da un lato avere migliaia di inoccupati poiché impreparati alle richieste che il territorio avanza loro e dall’altra parte aziende che non trovano sul mercato professionalità corrispondenti alle loro esigenze produttive ed organizzative.
Simona Norreri
Nella legislatura appena terminata è stata approvata una norma che permette alla Regione di interloquire con Università e Ministero per la programmazione, organizzazione e verifica di specifici corsi di laurea o insegnamenti particolari necessari al territorio lombardo. Con questa norma, in base alle reali necessità del territorio, l’assessore di competenza potrà cooperare con le università al fine di fornire specifiche competenze agli studenti lombardi, competenze che potranno poi essere spese immediatamente sul territorio.
Simona Norreri Lombardia
La Regione deve anzitutto impegnarsi per una seria politica di diritto allo studio che premi veramente «i capaci e i meritevoli», incentivando tesi innovative, ricerche applicate o team che sviluppino idee e progettualità con ricadute economiche sul tessuto produttivo lombardo.
Per questo la Regione guarderà con favore alla creazione di network tra università lombarde e straniere ed alla simbiosi tra aziende e poli scientifici, in modo da puntare ad attrarre sul nostro territorio le migliori intelligenze.
Rafforzamento del sistema doti
Oggi il sistema dote, in tutte le sue forme, garantisce a numerosissimi utenti uno strumento fondamentale per l’istruzione, la formazione e il lavoro: dal Buono Scuola per la libertà di scelta educativa, alle varie forme di sostegno al reddito per le famiglie in difficoltà nell’acquisto di materiale didattico, al premio per gli studenti che hanno ottenuto i migliori risultati durante l’anno scolastico, fino ai voucher che garantiscono la possibilità di seguire corsi di formazione per disoccupati o inoccupati che vogliono rendersi “più spendibili” nel mercato del lavoro.
Per questi motivi la Regione si impegnerà ad una migliore selezione ed individuazione dei beneficiari e, laddove possibile, aumentare le dotazioni finanziarie, in particolare quelle legate al merito, e tenendo sempre in maggiore considerazione gli eventuali carichi familiari. Inoltre dovrà rafforzare i sistemi di accreditamento e di controllo dei soggetti coinvolti nell’offerta formativa per meglio concentrare le risorse a vantaggio degli utenti che ne hanno veramente bisogno.

lunedì 18 febbraio 2013

Bonfrisco: In politica, la quota utile è la meritocrazia


Al salone della sede di Confindustria dall’Associazione imprenditrici e donne dirigenti d’azienda (Aidda), confronto tra candidate e proposte trasversali ai partiti. In politica, la “quota” utile è la meritocrazia, serve parità anche nei salari. La Senatrice Bonfrisco “mondo ancora di soli uomini”.
Testo integrale dell’articolo apparso su Il Giornale di Vicenza del 16 febbraio 2013.
Anna Bonfrisco
«Ma se anziché Lehman Brothers si fosse chiamato Lehman Sisters pensate che sarebbe successa la stessa cosa?». Una battuta facile facile, ma quella della senatrice pidiellina Cinzia Bonfrisco è la sintesi del pensiero trasversale femminile che mette nel mirino, con decisione sempre più crescente, i totem del potere maschile. Banche, in primis, «mondo ancora di soli uomini».
Fedeli alla vocazione e alla fama di praticità, determinate a cercare di cambiare le regole create dalla metà maschile del cielo, Francesca Businarolo (Movimento 5 Stelle), Ilaria Capua (Civica con Monti), Manuela Lanzarin (Lega Nord), Susanna Magnabosco (Fare per fermare il declino), Anna Bonfrisco (Pdl) e Alessandra Moretti (Pd) non perdono tempo in recriminazioni. Invitate nel salone della sede di Confindustria dall’Associazione imprenditrici e donne dirigenti d’azienda (Aidda) guidata da Marisa Bano Roncato, si raccontano con semplicità, fanno squadra a prescindere dagli schieramenti e dai ruoli, si chiamano «ragazze», condividono l’emozione delle neofite, invocano la meritocrazia anche salariale, si ascoltano senza parlarsi sopra e soprattutto indicano le cose da fare.
Sapendo fin da ora che dovranno farle loro. Un pò massaie un pò imprenditrici – buon senso e senso di responsabilità – invocano una rivoluzione culturale e di pensiero che, a 100 anni dalla prima legge sulla gravidanza, sembra già in alcuni numeri lasciati cadere sapientemente sull’uditorio dalla moderatrice Cristina Greggio: dall’ultimo rilevamento Istat, che ricorda come in Veneto ci siano 95 uomini ogni 100 donne, fino alle proiezioni che parlano di 285 donne elette passando per il 55% di candidature femminili nel liste grilline. Il tutto “maschi permettendo”. Il monolite maschilista, del resto, qualche crepa la evidenzia. Come la legge Golfo-Mosca sulle “quote rosa” nei CdA delle aziende quotate e pubbliche, sebbene alla norma si accompagni una data di scadenza, 2022, che ha il sapore dell’inganno. O come l’aumento di rappresentanza femminile («ora siamo in tre» sorride ottimista la gianniniana e imprenditrice Magnabosco) nel consiglio della Popolare Vicentina. E se il vicesindaco Moretti invita a mantenere, una volta elette, lo sguardo critico su ciò che verrà fatto, Lanzarin ribadisce l’importanza della conciliazione dei tempi fra lavoro e famiglia. «Alla fine – sottolinea Capua – siamo noi che abbiamo il dono meraviglioso di poter dare la vita».

Bonfrisco, intervento al Meeting Cida


Confronto con i candidati veneti di diversi schieramenti, proposte Cida, dalla competitività al welfare, dall’accesso al credito per le imprese, al costo del lavoro e alla riduzione della burocrazia, dall’equità nei sacrifici e nei diritti, alla revisione della spesa pubblica, per far ripartire il Paese. “Condivido e faccio mie le vostre proposte – ha sottolineato la Senatrice Bonfrisco PdL – senza dimenticare un profondo rinnovamento della Repubblica”.
Testo integrale dell’articolo apparso su Il Gazzettino di Padova del 14 febbraio 2013.
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Affollato meeting ieri sera allo Sheraton organizzato dal Cida, rappresentanza unitaria dei manager del pubblico e del privato, che ha incontrato i candidati veneti di diversi schieramenti. Elga Fazian, Silvia Sanseverino e Fulvio Orselli hanno illustrato agli aspiranti deputati il programma della Cida che vorrebbero vedere accolto dal prossimo governo. Una serie di richieste che hanno spaziato dalla competitività al Walfare, dalla sanità all’istruzione toccando i diversi punti ritenuti indispensabile per far ripartire il Paese.
Tra questi l’accesso al credito per le imprese, il costo del lavoro, la riduzione della burocrazia, equità nei sacrifici e nei diritti, revisione e razionalizzazione della spesa pubblica riqualificazione dell’istruzione di tutti i gradi. “Molte cose dette saranno condivise da tutti, si è forse parlato poco del grande perso della pubblica amministrazione e del debito pubblico- ha affermato Massimo Bitonci Lega – ma il grande compito di chi andrà ad amministrare saranno i tagli”.
Per il PD Alessandra Moretti ha detto: “Se c’è sinergia tra chi fa politica e chi ha in mano aziende pubbliche e private si ottiene una visione a lungo termine e quindi positiva. Le prossime elezioni potrebbero rappresentare la svolta per il Paese”. “Condivido e faccio mie le vostre proposte – ha sottolineato Anna Cinzia Bonfrisco PdL – senza dimenticare un profondo rinnovamento della Repubblica”. “Tutto quello che è stato affermato nel programma Cida è un grande progetto di riforma sostanziale dello Stato – ha osservato Giorgio Conte FLI – la crisi non incide solo sulle classi più disagiate ma anche sui manager, oggi però il tema non sono le promesse varie, la parola d’ordine è credibilità e affidabilità”. “C’è bisogno di managerialità nella politica, competenza e concretezza per far ripartire l’Italia – ha risposto Davide Merigliano Fare per Fermare il Declino – siamo stanchi di troppo Stato, troppe tasse, per ripartire fondamentale è il merito e noi abbiamo gli stessi vostri programmi”.

venerdì 15 febbraio 2013

Bonfrisco: Mi sento di difendere il nostro sistema e le imprese italiane


“La legge sui costi minimi sarebbe stata diversa se ci fosse stata condivisione tra autotrasporto e committenza. Non ci sarebbe stato bisogno dell’intervento del legislatore. (…) Mi sento di difendere il nostro sistema e le imprese italiane”. Lo ha dichiarato la Senatrice Bonfrisco nel corso del convegno su Legalità Concorrenza e Sicurezza per l’Autotrasporto organizzato da Confindustria che si sta svolgendo a Roma.
Anna Bonfrisco2
“La legge sui costi minimi sarebbe stata diversa se ci fosse stata condivisione tra autotrasporto e committenza. Non ci sarebbe stato bisogno dell’intervento del legislatore”. Lo ha dichiarato la senatrice Anna Cinzia Bonfrisco(Pdl) nel corso del convegno su Legalità Concorrenza e Sicurezza per l’Autotrasporto organizzato da Confindustria che si sta svolgendo a Roma.
“L’impegno a sostenere le iniziative anti dumping era già stato preso dai governi precedenti al nostro ed è strio portato avanti con passione e competenza dal precedente esecutivo dall’ex sottosegretario ai Trasporti Mino Giachino. Di fronte alla relazione presentata oggi che mette in evidenza le specificità del sistema italiano rispetto agli altri paesi europei, io mi sento di difendere il nostro sistema e le imprese italiane”.
L’intervento della Bonfrisco ha seguito quello di Enrico Letta (Pd) che ha parlato della necessità di ridurre le tasse sul lavoro e il cuneo fiscale e di garantire e tracciabilità nei pagamenti per l’autotrasporto. Sui costi minimi Letta ha ribadito che c’è bisogno di un accordo tra le parti in mancanza del quale la mediazione del governo non può che tener conto di tutti gli interessi in gioco. A favore delle liberalizzazioni invece Luciano Ciocchetti, candidato dell’Udc, per il quale i costi minimi sono una logica da superare perché al di fuori di ogni sana competenza, mentre Andrea Gibelli, Lega Nord, ha parlato della necessità di sostenere le piccole imprese e di combattere la concorrenza straniera sleale.
FONTE: Trasporti-Italia

martedì 5 febbraio 2013

Senatrice Bonfrisco a sostegno delle donne, lettera al Presidente Van Rompuy


Su iniziativa della senatrice Bonfrisco e dei parlamentari Emma Bonino, Paola Concia, Sandro Gozi e Francesca Marinaro, decine e decine di deputati e senatori italiani, francesi, tedeschi e spagnoli, assieme ad eminenti personalità italiane ed europee, hanno inviato una lettera al Presidente del Consiglio europeo Van Rompuy in merito alla nomina di un nuovo membro del Comitato esecutivo della Banca centrale europea.
Anna Cinzia Bonfrisco pari opportunità
Testo integrale della lettera inviata al Presidente del Consiglio Europeo Van Rompuy pubblicata su ilsitodelledonne.it.
Signor Presidente, Roma- Parigi-Berlino-Madrid, 19 novembre 2012
la nomina da parte del Consiglio europeo di un membro del Comitato esecutivo della Banca centrale europea, in base alla procedura prevista dall’articolo 283 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, merita un’attenzione particolare se, attraverso tale nomina, gravi aspetti di legittimità democratica vengono messi a rischio, provocando così un divario sempre più ampio tra istituzioni e cittadini europei.
In primo luogo, si tratta di mettere in atto un elemento essenziale dei valori stabiliti dall’articolo 2 del Trattato sull’Unione europea che fa riferimento ad una società caratterizzata dall’uguaglianza tra uomo e donna, ulteriormente rafforzato dall’impegno dell’Unione nella promozione di questa uguaglianza dall’articolo 3 e dall’attuazione di questo principio dall’articolo 157 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea. Questi valori sono confermati dall’articolo 23 della Carta come legalmente vincolanti per le istituzioni dell’Unione nonché per gli Stati membri nell’attuazione di norme derivanti dal diritto comunitario.
Come Lei sa, oltre alle prescrizioni previste dai Trattati, questo principio è stato alla base di un numero importante di decisioni della Corte di Giustizia che ne ha fatto uno dei perni della società europea e, di tutta evidenza, anche se il Consiglio europeo decidesse di nominare una donna tra i sei membri del Comitato esecutivo, questo principio non sarebbe che marginalmente rispettato.
Ma il conflitto aperto tra i due rami dell’autorità decisionale va ben oltre la questione del principio di uguaglianza tra uomo e donna e assume un significato istituzionale maggiore alla vigilia di dibattiti fondamentali sull’avvenire dell’Europa. Pertanto, sarebbe inaccettabile se questo conflitto venisse chiuso con un atto di arroganza da parte del Consiglio dell’Unione, poi ratificato da una maggioranza dei membri del Consiglio europeo.
Si tratterebbe in questo caso di un atto di grave mancanza di considerazione nei confronti della democrazia rappresentativa e siamo convinti che la Commissione europea, da parte sua, nel suo ruolo di custode dei Trattati e quindi di sorvegliante della corretta applicazione del diritto dell’Unione, ed essendo da sempre molto attenta al rapporto di fiducia con il Parlamento europeo, non farà mancare il proprio sostegno all’azione dei deputati europei.
Per quanto ci riguarda, indirizzeremo una comunicazione urgente ai nostri rispettivi governi per chiedere loro di non associare il proprio voto ad una decisione che va contro il parere del Parlamento europeo concorrendo, ove necessario, a creare una minoranza di blocco.
Le chiediamo dunque di avviare subito un dialogo costruttivo con il Parlamento europeo al fine di trovare un accordo sulla nomina di una personalità femminile con riconosciuta autorità ed esperienza professionale nel settore monetario e bancario.
Distinti saluti

domenica 3 febbraio 2013

Bonfrisco prima firmataria lettera al Presidente del Consiglio europeo


Su iniziativa dei parlamentari Anna Bonfrisco, Emma Bonino, Paola Concia, Sandro Gozi e Francesca Marinaro, decine e decine di deputati e senatori italiani, francesi, tedeschi e spagnoli, assieme ad eminenti personalità italiane ed europee, hanno inviato una lettera al Presidente del Consiglio europeo – e per conoscenza ai Presidenti Draghi, Barroso e Schultz – e una comunicazione ai rispettivi Premier (Monti, Hollande, Merkel e Rajoy), in merito alla nomina di un nuovo membro del Comitato esecutivo della Banca centrale europea.
Anna Bonfrisco
Testo integrale dell’articolo apparso su ilsitodelledonne.it del 20 novembre 2012.
Al prossimo Consiglio europeo del 22 e 23 novembre una ulteriore ferita rischia di essere inferta al già delicato equilibrio dei poteri tra i due rami del potere decisionale dell’Unione europea, minando la legittimità democratica dell’Unione e provocando un divario sempre più ampio tra istituzioni e cittadini europei.
Il Presidente del Consiglio europeo, Herman van Rompuy, ha deciso di ignorare il parere del Parlamento europeo di candidare una donna nel Comitato esecutivo della Banca centrale europea –
parere che ottemperava a precisi obblighi di parità uomo-donna sanciti dai Trattati – avviando la procedura di nomina del candidato lussemburghese Yves Mersch, procedura per il momento bloccata grazie ad un veto del governo spagnolo.
Oltre alle prescrizione previste dai Trattati, il principio di uguaglianza uomo-donna è stato alla base di un numero importante di decisioni della Corte di Giustizia europea e, di tutta evidenza, anche se il Consiglio europeo dovesse nominare una donna tra i sei membri del Comitato esecutivo, questo principio non sarebbe che marginalmente rispettato.
Ma il conflitto aperto tra i due rami dell’autorità decisionale a livello comunitario va ben oltre la questione del principio di uguaglianza tra uomo e donna e assume un significato istituzionale maggiore alla vigilia di dibattiti fondamentali sull’avvenire dell’Europa. Pertanto, sarebbe inaccettabile se questo conflitto venisse chiuso con un atto di arroganza da parte del Consiglio dell’Unione, poi ratificato da una maggioranza dei membri del Consiglio europeo.
Si tratterebbe in questo caso di un atto di grave mancanza di considerazione nei confronti della democrazia rappresentativa e siamo convinti che, da parte sua, la Commissione europea, nel suo ruolo di custode dei Trattati e quindi di sorvegliante della corretta applicazione del diritto dell’Unione, ed essendo da sempre molto attenta al rapporto di fiducia con il Parlamento europeo, non farà mancare il proprio sostegno all’azione dei deputati europei.
Per questo motivo – su iniziativa dei parlamentari Anna Bonfrisco, Emma Bonino, Paola Concia, Sandro Gozi e Francesca Marinaro e oltre 170 deputati e senatori italiani, francesi, tedeschi e spagnoli, assieme ad eminenti personalità italiane ed europee come Giuliano Amato, Massimo D’Alema, Hans van der Broek, Barisa Khiari, Piervirgilio Dastoli, André Glucksman, Monica Frassoni, Diego Hidalgo, hanno indirizzato una lettera al Presidente van Rompuy, invitandolo ad avviare quanto prima un dialogo costruttivo con il Parlamento europeo per trovare un accordo sulla nomina di una personalità femminile con riconosciuta autorità ed esperienza professionale nel settore monetario e bancario, contestualmente ad una comunicazione urgente ai rispettivi governi per chiedere loro di non associare il proprio voto a questa decisione che va contro il parere del Parlamento europeo e di concorrere, se necessario, a creare una minoranza di blocco.