giovedì 30 maggio 2013

Reality NeiTuoiPanni: chi sarà il Vincitore?

Si sono sfidati, concentrati, divertiti e, a volte, anche arrabbiati ma soprattutto per una settimana si sono messi nei panni dei consulenti di Findomestic!
Salvo, Marcello, Antonella P.,Maurizio, Luca e Antonella M., sono giunti al termine di questa avventura … ma chi è il Vincitore?
Con l’ottava puntata si chiude Nei Tuoi Panni di Findomestic.
NeiTuoiPanni_Findomestic
I tre Giudici hanno finalmente deciso chi tra i 6 clienti / concorrenti torna a casa vincitore.
Qualche pronostico i protagonisti l’hanno già azzardato nel confessionale del 7° episodio; sarà Salvo, che dichiara di contendersi la vincita con Marcello, oppure come dice Antonella P, la sfida finale avverrà tra Salvo e Luca?
“Vincerò non lo dirò mai” sostiene ancora Salvo “perché non sono una persona presuntuosa. Posso dire che spero veramente di vincere, credo di avercela messa tutta”.
Tutti e 6 i concorrenti sono stati davvero protagonisti di questa esperienza vissuta a tutto tondo all’interno delle mura di Findomestic, dall’energetica Antonella P., ad Antonella M. timida all’inizio e combattiva alla fine. E poi il comunicativo e positivo Salvo, il metodico e tranquillo Marcello, il genuino ed intelligente Luca e infine l’analitico Maurizio.
Chi è il Vincitore?
Ecco l’ottava puntata per scoprirlo e in bocca al lupo a tutti!
Il Reality Nei Tuoi Panni sarà in onda su Class TV a partire da martedì 4 giugno.

giovedì 21 febbraio 2013

Simona Norreri, Lombardia Scuola di Welfare


Simona Norreri, i principali obiettivi da raggiungere sono: garantire la continuità didattica; superare le graduatorie e i concorsi centralisti per concorsi e dirigenti scolastici, passando gradualmente ad un sistema che valorizzi il reclutamento condotto dalle istituzioni scolastiche sulla base di albi e abilitazione regionale, con graduatorie e concorsi regionali, ed ottenere così un rafforzamento dell’autonomia delle istituzioni scolastiche; contributi per l’acquisto dei libri per le scuole di ogni ordine e grado.
Norreri Simona
Bisogna puntare ad una scuola che tenga conto delle reali necessità del territorio e, quindi, prevedere una collaborazione sistematica tra realtà formative e il mondo del lavoro per orientare i programmi didattici alle necessità lavorative dell’area di appartenenza, potenziando anche gli strumenti di alternanza scuola-lavoro e l’apprendistato. Non è più plausibile al giorno d’oggi da un lato avere migliaia di inoccupati poiché impreparati alle richieste che il territorio avanza loro e dall’altra parte aziende che non trovano sul mercato professionalità corrispondenti alle loro esigenze produttive ed organizzative.
Simona Norreri
Nella legislatura appena terminata è stata approvata una norma che permette alla Regione di interloquire con Università e Ministero per la programmazione, organizzazione e verifica di specifici corsi di laurea o insegnamenti particolari necessari al territorio lombardo. Con questa norma, in base alle reali necessità del territorio, l’assessore di competenza potrà cooperare con le università al fine di fornire specifiche competenze agli studenti lombardi, competenze che potranno poi essere spese immediatamente sul territorio.
Simona Norreri Lombardia
La Regione deve anzitutto impegnarsi per una seria politica di diritto allo studio che premi veramente «i capaci e i meritevoli», incentivando tesi innovative, ricerche applicate o team che sviluppino idee e progettualità con ricadute economiche sul tessuto produttivo lombardo.
Per questo la Regione guarderà con favore alla creazione di network tra università lombarde e straniere ed alla simbiosi tra aziende e poli scientifici, in modo da puntare ad attrarre sul nostro territorio le migliori intelligenze.
Rafforzamento del sistema doti
Oggi il sistema dote, in tutte le sue forme, garantisce a numerosissimi utenti uno strumento fondamentale per l’istruzione, la formazione e il lavoro: dal Buono Scuola per la libertà di scelta educativa, alle varie forme di sostegno al reddito per le famiglie in difficoltà nell’acquisto di materiale didattico, al premio per gli studenti che hanno ottenuto i migliori risultati durante l’anno scolastico, fino ai voucher che garantiscono la possibilità di seguire corsi di formazione per disoccupati o inoccupati che vogliono rendersi “più spendibili” nel mercato del lavoro.
Per questi motivi la Regione si impegnerà ad una migliore selezione ed individuazione dei beneficiari e, laddove possibile, aumentare le dotazioni finanziarie, in particolare quelle legate al merito, e tenendo sempre in maggiore considerazione gli eventuali carichi familiari. Inoltre dovrà rafforzare i sistemi di accreditamento e di controllo dei soggetti coinvolti nell’offerta formativa per meglio concentrare le risorse a vantaggio degli utenti che ne hanno veramente bisogno.

lunedì 18 febbraio 2013

Bonfrisco: In politica, la quota utile è la meritocrazia


Al salone della sede di Confindustria dall’Associazione imprenditrici e donne dirigenti d’azienda (Aidda), confronto tra candidate e proposte trasversali ai partiti. In politica, la “quota” utile è la meritocrazia, serve parità anche nei salari. La Senatrice Bonfrisco “mondo ancora di soli uomini”.
Testo integrale dell’articolo apparso su Il Giornale di Vicenza del 16 febbraio 2013.
Anna Bonfrisco
«Ma se anziché Lehman Brothers si fosse chiamato Lehman Sisters pensate che sarebbe successa la stessa cosa?». Una battuta facile facile, ma quella della senatrice pidiellina Cinzia Bonfrisco è la sintesi del pensiero trasversale femminile che mette nel mirino, con decisione sempre più crescente, i totem del potere maschile. Banche, in primis, «mondo ancora di soli uomini».
Fedeli alla vocazione e alla fama di praticità, determinate a cercare di cambiare le regole create dalla metà maschile del cielo, Francesca Businarolo (Movimento 5 Stelle), Ilaria Capua (Civica con Monti), Manuela Lanzarin (Lega Nord), Susanna Magnabosco (Fare per fermare il declino), Anna Bonfrisco (Pdl) e Alessandra Moretti (Pd) non perdono tempo in recriminazioni. Invitate nel salone della sede di Confindustria dall’Associazione imprenditrici e donne dirigenti d’azienda (Aidda) guidata da Marisa Bano Roncato, si raccontano con semplicità, fanno squadra a prescindere dagli schieramenti e dai ruoli, si chiamano «ragazze», condividono l’emozione delle neofite, invocano la meritocrazia anche salariale, si ascoltano senza parlarsi sopra e soprattutto indicano le cose da fare.
Sapendo fin da ora che dovranno farle loro. Un pò massaie un pò imprenditrici – buon senso e senso di responsabilità – invocano una rivoluzione culturale e di pensiero che, a 100 anni dalla prima legge sulla gravidanza, sembra già in alcuni numeri lasciati cadere sapientemente sull’uditorio dalla moderatrice Cristina Greggio: dall’ultimo rilevamento Istat, che ricorda come in Veneto ci siano 95 uomini ogni 100 donne, fino alle proiezioni che parlano di 285 donne elette passando per il 55% di candidature femminili nel liste grilline. Il tutto “maschi permettendo”. Il monolite maschilista, del resto, qualche crepa la evidenzia. Come la legge Golfo-Mosca sulle “quote rosa” nei CdA delle aziende quotate e pubbliche, sebbene alla norma si accompagni una data di scadenza, 2022, che ha il sapore dell’inganno. O come l’aumento di rappresentanza femminile («ora siamo in tre» sorride ottimista la gianniniana e imprenditrice Magnabosco) nel consiglio della Popolare Vicentina. E se il vicesindaco Moretti invita a mantenere, una volta elette, lo sguardo critico su ciò che verrà fatto, Lanzarin ribadisce l’importanza della conciliazione dei tempi fra lavoro e famiglia. «Alla fine – sottolinea Capua – siamo noi che abbiamo il dono meraviglioso di poter dare la vita».

Bonfrisco, intervento al Meeting Cida


Confronto con i candidati veneti di diversi schieramenti, proposte Cida, dalla competitività al welfare, dall’accesso al credito per le imprese, al costo del lavoro e alla riduzione della burocrazia, dall’equità nei sacrifici e nei diritti, alla revisione della spesa pubblica, per far ripartire il Paese. “Condivido e faccio mie le vostre proposte – ha sottolineato la Senatrice Bonfrisco PdL – senza dimenticare un profondo rinnovamento della Repubblica”.
Testo integrale dell’articolo apparso su Il Gazzettino di Padova del 14 febbraio 2013.
Bonfrisco_480
Affollato meeting ieri sera allo Sheraton organizzato dal Cida, rappresentanza unitaria dei manager del pubblico e del privato, che ha incontrato i candidati veneti di diversi schieramenti. Elga Fazian, Silvia Sanseverino e Fulvio Orselli hanno illustrato agli aspiranti deputati il programma della Cida che vorrebbero vedere accolto dal prossimo governo. Una serie di richieste che hanno spaziato dalla competitività al Walfare, dalla sanità all’istruzione toccando i diversi punti ritenuti indispensabile per far ripartire il Paese.
Tra questi l’accesso al credito per le imprese, il costo del lavoro, la riduzione della burocrazia, equità nei sacrifici e nei diritti, revisione e razionalizzazione della spesa pubblica riqualificazione dell’istruzione di tutti i gradi. “Molte cose dette saranno condivise da tutti, si è forse parlato poco del grande perso della pubblica amministrazione e del debito pubblico- ha affermato Massimo Bitonci Lega – ma il grande compito di chi andrà ad amministrare saranno i tagli”.
Per il PD Alessandra Moretti ha detto: “Se c’è sinergia tra chi fa politica e chi ha in mano aziende pubbliche e private si ottiene una visione a lungo termine e quindi positiva. Le prossime elezioni potrebbero rappresentare la svolta per il Paese”. “Condivido e faccio mie le vostre proposte – ha sottolineato Anna Cinzia Bonfrisco PdL – senza dimenticare un profondo rinnovamento della Repubblica”. “Tutto quello che è stato affermato nel programma Cida è un grande progetto di riforma sostanziale dello Stato – ha osservato Giorgio Conte FLI – la crisi non incide solo sulle classi più disagiate ma anche sui manager, oggi però il tema non sono le promesse varie, la parola d’ordine è credibilità e affidabilità”. “C’è bisogno di managerialità nella politica, competenza e concretezza per far ripartire l’Italia – ha risposto Davide Merigliano Fare per Fermare il Declino – siamo stanchi di troppo Stato, troppe tasse, per ripartire fondamentale è il merito e noi abbiamo gli stessi vostri programmi”.

venerdì 15 febbraio 2013

Bonfrisco: Mi sento di difendere il nostro sistema e le imprese italiane


“La legge sui costi minimi sarebbe stata diversa se ci fosse stata condivisione tra autotrasporto e committenza. Non ci sarebbe stato bisogno dell’intervento del legislatore. (…) Mi sento di difendere il nostro sistema e le imprese italiane”. Lo ha dichiarato la Senatrice Bonfrisco nel corso del convegno su Legalità Concorrenza e Sicurezza per l’Autotrasporto organizzato da Confindustria che si sta svolgendo a Roma.
Anna Bonfrisco2
“La legge sui costi minimi sarebbe stata diversa se ci fosse stata condivisione tra autotrasporto e committenza. Non ci sarebbe stato bisogno dell’intervento del legislatore”. Lo ha dichiarato la senatrice Anna Cinzia Bonfrisco(Pdl) nel corso del convegno su Legalità Concorrenza e Sicurezza per l’Autotrasporto organizzato da Confindustria che si sta svolgendo a Roma.
“L’impegno a sostenere le iniziative anti dumping era già stato preso dai governi precedenti al nostro ed è strio portato avanti con passione e competenza dal precedente esecutivo dall’ex sottosegretario ai Trasporti Mino Giachino. Di fronte alla relazione presentata oggi che mette in evidenza le specificità del sistema italiano rispetto agli altri paesi europei, io mi sento di difendere il nostro sistema e le imprese italiane”.
L’intervento della Bonfrisco ha seguito quello di Enrico Letta (Pd) che ha parlato della necessità di ridurre le tasse sul lavoro e il cuneo fiscale e di garantire e tracciabilità nei pagamenti per l’autotrasporto. Sui costi minimi Letta ha ribadito che c’è bisogno di un accordo tra le parti in mancanza del quale la mediazione del governo non può che tener conto di tutti gli interessi in gioco. A favore delle liberalizzazioni invece Luciano Ciocchetti, candidato dell’Udc, per il quale i costi minimi sono una logica da superare perché al di fuori di ogni sana competenza, mentre Andrea Gibelli, Lega Nord, ha parlato della necessità di sostenere le piccole imprese e di combattere la concorrenza straniera sleale.
FONTE: Trasporti-Italia

martedì 5 febbraio 2013

Senatrice Bonfrisco a sostegno delle donne, lettera al Presidente Van Rompuy


Su iniziativa della senatrice Bonfrisco e dei parlamentari Emma Bonino, Paola Concia, Sandro Gozi e Francesca Marinaro, decine e decine di deputati e senatori italiani, francesi, tedeschi e spagnoli, assieme ad eminenti personalità italiane ed europee, hanno inviato una lettera al Presidente del Consiglio europeo Van Rompuy in merito alla nomina di un nuovo membro del Comitato esecutivo della Banca centrale europea.
Anna Cinzia Bonfrisco pari opportunità
Testo integrale della lettera inviata al Presidente del Consiglio Europeo Van Rompuy pubblicata su ilsitodelledonne.it.
Signor Presidente, Roma- Parigi-Berlino-Madrid, 19 novembre 2012
la nomina da parte del Consiglio europeo di un membro del Comitato esecutivo della Banca centrale europea, in base alla procedura prevista dall’articolo 283 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, merita un’attenzione particolare se, attraverso tale nomina, gravi aspetti di legittimità democratica vengono messi a rischio, provocando così un divario sempre più ampio tra istituzioni e cittadini europei.
In primo luogo, si tratta di mettere in atto un elemento essenziale dei valori stabiliti dall’articolo 2 del Trattato sull’Unione europea che fa riferimento ad una società caratterizzata dall’uguaglianza tra uomo e donna, ulteriormente rafforzato dall’impegno dell’Unione nella promozione di questa uguaglianza dall’articolo 3 e dall’attuazione di questo principio dall’articolo 157 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea. Questi valori sono confermati dall’articolo 23 della Carta come legalmente vincolanti per le istituzioni dell’Unione nonché per gli Stati membri nell’attuazione di norme derivanti dal diritto comunitario.
Come Lei sa, oltre alle prescrizioni previste dai Trattati, questo principio è stato alla base di un numero importante di decisioni della Corte di Giustizia che ne ha fatto uno dei perni della società europea e, di tutta evidenza, anche se il Consiglio europeo decidesse di nominare una donna tra i sei membri del Comitato esecutivo, questo principio non sarebbe che marginalmente rispettato.
Ma il conflitto aperto tra i due rami dell’autorità decisionale va ben oltre la questione del principio di uguaglianza tra uomo e donna e assume un significato istituzionale maggiore alla vigilia di dibattiti fondamentali sull’avvenire dell’Europa. Pertanto, sarebbe inaccettabile se questo conflitto venisse chiuso con un atto di arroganza da parte del Consiglio dell’Unione, poi ratificato da una maggioranza dei membri del Consiglio europeo.
Si tratterebbe in questo caso di un atto di grave mancanza di considerazione nei confronti della democrazia rappresentativa e siamo convinti che la Commissione europea, da parte sua, nel suo ruolo di custode dei Trattati e quindi di sorvegliante della corretta applicazione del diritto dell’Unione, ed essendo da sempre molto attenta al rapporto di fiducia con il Parlamento europeo, non farà mancare il proprio sostegno all’azione dei deputati europei.
Per quanto ci riguarda, indirizzeremo una comunicazione urgente ai nostri rispettivi governi per chiedere loro di non associare il proprio voto ad una decisione che va contro il parere del Parlamento europeo concorrendo, ove necessario, a creare una minoranza di blocco.
Le chiediamo dunque di avviare subito un dialogo costruttivo con il Parlamento europeo al fine di trovare un accordo sulla nomina di una personalità femminile con riconosciuta autorità ed esperienza professionale nel settore monetario e bancario.
Distinti saluti

domenica 3 febbraio 2013

Bonfrisco prima firmataria lettera al Presidente del Consiglio europeo


Su iniziativa dei parlamentari Anna Bonfrisco, Emma Bonino, Paola Concia, Sandro Gozi e Francesca Marinaro, decine e decine di deputati e senatori italiani, francesi, tedeschi e spagnoli, assieme ad eminenti personalità italiane ed europee, hanno inviato una lettera al Presidente del Consiglio europeo – e per conoscenza ai Presidenti Draghi, Barroso e Schultz – e una comunicazione ai rispettivi Premier (Monti, Hollande, Merkel e Rajoy), in merito alla nomina di un nuovo membro del Comitato esecutivo della Banca centrale europea.
Anna Bonfrisco
Testo integrale dell’articolo apparso su ilsitodelledonne.it del 20 novembre 2012.
Al prossimo Consiglio europeo del 22 e 23 novembre una ulteriore ferita rischia di essere inferta al già delicato equilibrio dei poteri tra i due rami del potere decisionale dell’Unione europea, minando la legittimità democratica dell’Unione e provocando un divario sempre più ampio tra istituzioni e cittadini europei.
Il Presidente del Consiglio europeo, Herman van Rompuy, ha deciso di ignorare il parere del Parlamento europeo di candidare una donna nel Comitato esecutivo della Banca centrale europea –
parere che ottemperava a precisi obblighi di parità uomo-donna sanciti dai Trattati – avviando la procedura di nomina del candidato lussemburghese Yves Mersch, procedura per il momento bloccata grazie ad un veto del governo spagnolo.
Oltre alle prescrizione previste dai Trattati, il principio di uguaglianza uomo-donna è stato alla base di un numero importante di decisioni della Corte di Giustizia europea e, di tutta evidenza, anche se il Consiglio europeo dovesse nominare una donna tra i sei membri del Comitato esecutivo, questo principio non sarebbe che marginalmente rispettato.
Ma il conflitto aperto tra i due rami dell’autorità decisionale a livello comunitario va ben oltre la questione del principio di uguaglianza tra uomo e donna e assume un significato istituzionale maggiore alla vigilia di dibattiti fondamentali sull’avvenire dell’Europa. Pertanto, sarebbe inaccettabile se questo conflitto venisse chiuso con un atto di arroganza da parte del Consiglio dell’Unione, poi ratificato da una maggioranza dei membri del Consiglio europeo.
Si tratterebbe in questo caso di un atto di grave mancanza di considerazione nei confronti della democrazia rappresentativa e siamo convinti che, da parte sua, la Commissione europea, nel suo ruolo di custode dei Trattati e quindi di sorvegliante della corretta applicazione del diritto dell’Unione, ed essendo da sempre molto attenta al rapporto di fiducia con il Parlamento europeo, non farà mancare il proprio sostegno all’azione dei deputati europei.
Per questo motivo – su iniziativa dei parlamentari Anna Bonfrisco, Emma Bonino, Paola Concia, Sandro Gozi e Francesca Marinaro e oltre 170 deputati e senatori italiani, francesi, tedeschi e spagnoli, assieme ad eminenti personalità italiane ed europee come Giuliano Amato, Massimo D’Alema, Hans van der Broek, Barisa Khiari, Piervirgilio Dastoli, André Glucksman, Monica Frassoni, Diego Hidalgo, hanno indirizzato una lettera al Presidente van Rompuy, invitandolo ad avviare quanto prima un dialogo costruttivo con il Parlamento europeo per trovare un accordo sulla nomina di una personalità femminile con riconosciuta autorità ed esperienza professionale nel settore monetario e bancario, contestualmente ad una comunicazione urgente ai rispettivi governi per chiedere loro di non associare il proprio voto a questa decisione che va contro il parere del Parlamento europeo e di concorrere, se necessario, a creare una minoranza di blocco.

martedì 29 gennaio 2013

Nytimes Gas Mozambico: ENI prosegue la sua scommessa dell'Africa orientale


Per l’amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, le scoperte sono giunte dopo cinque anni di studi di Eni nell’Africa dell’Est, dove si era finora trovato poco gas e altrettanto poco petrolio. “Pur essendo il Mozambico un paese giovane, ci è sembrato che le possibilità di trovare qualcosa fossero ragionevoli, circa del 20 per cento”, ha detto Scaroni nel corso di un’intervista a Milano. “Ovviamente è una situazione di alto rischio/alto rendimento”.
Richard Carson/ReutersPaolo Scaroni è l’amministratore delegato di ENI SpA, che ha trovato grandi campi di gas naturale in Mozambico, nell’Africa orientale.
Richard Carson/Reuters
Paolo Scaroni è l’amministratore delegato di ENI SpA, che ha trovato grandi campi di gas naturale in Mozambico, nell’Africa orientale.

MILANO — In una zona appartata di un edificio alla periferia di Milano c’è la “stanza del nirvana”, così chiamata, forse, per le buone notizie che cela. Qui, i geologi che lavorano per Eni, l’azienda petrolifera italiana, inforcano gli occhiali 3-D per contemplare le immagini fluorescenti delle formazioni geologiche sotterranee, cercando di scoprire quale potrebbe meritare delle perforazioni esplorative da decine di milioni di dollari.
Lo stato d’animo in Eni è stato prossima al nirvana ultimamente, dopo alcune preziose intuizioni dei suoi ricercatori. A partire dal 2010, Eni e una società concorrente, la Anadarko Petroleum, con sede a Houston, in Texas, hanno realizzato una serie di scoperte al largo del Mozambico, nell’Africa orientale, che si aggiungono alla più grande scoperta in termini di gas naturale degli ultimi anni, equivalente a circa 16 milioni di barili di petrolio.
Eni controlla la quota più grande delle scoperte in Mozambico, con il 70 per cento di una zona off shore nell’Oceano Indiano chiamata Area 4, in quello che è noto come bacino di Rovuma.
L’amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni, ha detto che le scoperte sono giunte dopo cinque anni di studi di Eni nell’Africa dell’Est, dove si era finora trovato poco gas e altrettanto poco petrolio. Quando il Mozambico rese disponibili le zone di ricerca, nel 2006, Eni vinse la gara d’appalto e ebbe quella che voleva.
Ora la sfida è quella di sfruttare appieno questa opportunità. Per farlo, la società dovrà aiutare il Mozambico a gestire la transizione nel diventare un importante paese esportatore di energia. Inoltre, la costruzione di impianti da miliardi di dollari in zone isolate, dove trasformare il gas naturale in liquidi da trasportare su apposite navi dedicate, metterà alla prova le capacità di Eni.
Attualmente, quello della ricerca di gas naturale e di petrolio è un settore pieno di rischi geopolitici oltre che geologici, come ha dimostrato chiaramente il recente attacco e la cattura di ostaggi in un impianto in Algeria. Eni è consapevole, come lo sono tutte le aziende europee che lavorano nel settore dell’energia, dei pericoli che comporta l’instabilità politica del Nord Africa, considerando le sue notevoli attività in Algeria e in Libia.
Almeno per ora, tuttavia, il Mozambico non è uno dei paesi africani più problematici. E comunque, le compagnie petrolifere tendono a seguire le opportunità ovunque ne trovino.
“Pur essendo il Mozambico un paese giovane, ci è sembrato che le possibilità di trovare qualcosa fossero ragionevoli, circa del 20 per cento”, ha detto Scaroni nel corso di un’intervista a Milano. “Ovviamente è una situazione di alto rischio/alto rendimento”.
Dopo l’annuncio dato da Anadarko, un’azienda indipendente statunitense, di una scoperta in un tratto adiacente, Eni, che si preparava a trivellare in’altra parte dell’area a lei assegnata, decise di mettere il suo primo pozzo nei pressi del tratto di competenza di Anadarko.
Scaroni, laureato presso la Columbia Business School di New York con un master in gestione aziendale, ottenne l’incarico più importante in Eni nel 2005 dopo aver speso una buona parte della sua carriera all’estero e in settori diversi da quello petrolifero. Ha gradualmente riorganizzato l’azienda facendone qualcosa di più che una macchina per la ricerca e la produzione di petrolio e di gas naturale e qualcosa di meno rispetto al pesante conglomerato statale di imprese che arrancava al secondo livello tra i giganti petroliferi globali..
Scaroni, che ha 66 anni, ha anche il delicato compito di mantenere i rapporti di Eni con un gruppo di paesi ospiti tanto ricchi di combustibili fossili quanto problematici come Iraq, Libia, Russia, Venezuela e, in Africa, l’Angola e la Repubblica del Congo. Si reca regolarmente in luoghi come Baghdad o Brazzaville, dove altri dirigenti esitano ad andare.
Nel corso dell’intervista, aveva in mente il giacimento di Zubair in Iraq. “Abbiamo un’azienda con 150 espatriati in Iraq, con un grande sforzo per la sicurezza, e il risultato economico per noi è minimo, dato che siamo pagati 2 dollari a barile”, ha detto. “A volte ci chiediamo: ne vale la pena?”
Eni è il più grande produttore straniero di petrolio e gas tanto in Algeria che in Libia. I dirigenti dell’Eni dicono di essere rimasti sorpresi e colpiti da ciò che è accaduto a BP e a Statoil, partner nell’impianto algerino recentemente attaccato, e stanno a loro volta aumentando le proprie misure di sicurezza. Dicono che l’Eni ha già un numero consistente di militari nel perimetro dei suoi siti algerini, mentre in apparenza non c’erano soldati assegnati all’impianto di In Amenas che ha subito l’aggressione.
Fin qui, Scaroni ha guidato senza problemi l’Eni facendole attraversare la caotica transizione libica dal regime del colonnello Mu’ammar Gheddafi al nuovo governo ancora alla ricerca del proprio equilibrio. A differenza della maggior parte delle altre compagnie petrolifere, Eni ha prosperato sotto il regime di Gheddafi, creando nuovi giacimenti e costruendo un impianto da 9 miliardi di dollari a Mellitah, a ovest di Tripoli, per trasportare il gas naturale sotto il Mediterraneo.
Scaroni si affrettò ad andare a Bengasi nell’aprile del 2011 per incontrare la leadership dei ribelli, ancor prima della caduta del colonnello Gheddafi. Da allora, Eni ha ripreso la maggior parte della sua produzione libica, che rappresenta il 14% della sua produzione di petrolio e di gas naturale.
Scaroni sa, però, di non potersi sentire soddisfatto. Il giacimento di Wafa, un importante sito dell’Eni in Libia, si trova a 35 chilometri, 0 22 miglia, ad est di In Amenas. I libici hanno un particolare incentivo a proteggere il giacimento, che tiene accesa l’illuminazione in quel paese, e produce il 50% del gas che alimenta gli impianti elettrici libici.
Nell’ottenere subito un accesso in Mozambico, l’Eni ha battuto altre grandi compagnie petrolifere che sono rimaste fuori dal paese, che pure è stato protagonista di quattro su cinque dei più grandi ritrovamenti avvenuti l’anno scorso a livello mondiale.
“Ci siamo persi l’Africa orientale”, ha lamentato in una recente conferenza Mike Daly, direttore delle ricerche della BP. “Gli uomini dell’Eni sono quelli che hanno avuto più successo in quella zona”.
Con i ritrovamenti in Mozambico, e quelli nel mare di Barents e al largo dell’Indonesia, Scaroni ha un ampio margine di manovra per fare ciò che uno dei grandi azionisti dell’Eni, la Knight Vinke Asset Management, un gestore di fondi attivisti con sede a Monaco, ha raccomandato: concentrarsi sull’esplorazione e la produzione e liberarsi degli altri assets.
FONTE: Nytimes.com

giovedì 24 gennaio 2013

Soave, la medaglia del Presidente Napolitano al monumento di Nikolajewka. Presente la senatrice Bonfrisco


Soave, riconoscimenti del presidente della Repubblica e del Senato per il pellegrinaggio nazionale dedicato ai caduti. Commemorazione a 70 anni dalla tragica battaglia che si combatté nel gennaio ‘43 e permise la ritirata dalla Russia. Il monumento riproduce il sottopasso ferroviario di Nikolajewka, punto d’inizio della storica ritirata. Presenti tra gli altri il sottosegretario alla difesa, Gianluigi Magri, la senatrice Cinzia Bonfrisco, il parlamentare Alberto Giorgetti, l’assessore regionale Massimo Giorgetti e il presidente della Provincia, Giovanni Miozzi.
la medaglia del Presidente Napolitano al monumento di Nikolajewka
Testo integrale dell’articolo apparso su larena.it del 10 gennaio 2013.
Soave si prepara a celebrare il 70° anniversario della battaglia di Nikolajewka – che ricorre i prossimi 26 e 27 gennaio – con un pellegrinaggio al monumento nazionale ai caduti di tutte le patrie in Russia, a Soave, che vedrà tra gli altri la presenza del sottosegretario alla difesa, Gianluigi Magri, della senatrice Cinzia Bonfrisco, del parlamentare Alberto Giorgetti, dell’assessore regionale Massimo Giorgetti e del presidente della Provincia, Giovanni Miozzi.
Per il monumento che compie quattro anni, il Comune di Soave nell’occasione riceverà una medaglia del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e una medaglia del Senato della Repubblica. La manifestazione vanta pure l’alto patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Il programma si aprirà sabato 12 gennaio alle 9.30 a Palazzo del Capitano, sede municipale. Da qui si snoderà il corteo che sfilerà, accompagnato dalla banda alpina «Città di Caldiero», fino a raggiungere via Foscolo, dove si trova il complesso monumentale nazionale. Durante il percorso si farà una sosta davanti all’Isola della Memoria, per deporre una corona d’alloro al monumento ai caduti.
Alle 10 si raggiungerà il monumento che riproduce il sottopasso ferroviario di Nikolajewka, teatro dell’eccidio e punto d’inizio della storica ritirata, un varco che fu aperto dagli alpini della brigata Tridentina e che rappresenta uno dei momenti più tragici ed eroici della storia italiana del ’900.
La cerimonia vedrà la presenza degli alunni della scuola elementare «Nievo», della scuola media «Dal Bene» e dell’Istituto superiore «Dal Cero» di San Bonifacio. Alunni, insieme ai parenti dei caduti, deporranno fiori sull’Ara perenne. Due reduci accederanno la fiamma della riconoscenza alle associazioni combattentistiche e d’arma.
Da qui, la cerimonia intorno alle 10.30 si sposterà all’auditorium della sede Rocca Sveva della Cantina di Soave, dove avverrà la commemorazione ufficiale e ci saranno gli interventi del sindaco, Lino Gambaretto, delle autorità militari e del sottosegretario Magri, oltre al ricordo di alcuni reduci: ne sono stati invitati 14 e riceveranno l’encomio dall’Anci.
«Il nostro impegno punta a mantenere vivo il ricordo di questo eccidio», spiega l’assessore Vittorio Iannotta, delegato all’organizzazione della cerimonia e coordinatore del comitato per il pellegrinaggio, «in modo che chi verrà dopo di noi non dimentichi gli importanti avvenimenti della nostra storia e non si scordi dei nostri caduti, tutti, da quelli di 70 anni fa a Nikolajewka a quelli uccisi a Nassiriya e in altre parti del mondo, dove sono impegnati i nostri soldati».
«Il monumento è un riconoscimento e una memoria non solo ai caduti italiani in Russia, ma a quanti si sono sacrificati per la loro patria, siano essi russi, tedeschi, ungheresi o romeni», dice Iannotta. «Da quattro anni organizziamo l’appuntamento ed ogni anno c’è qualcosa di più che da lustro alla manifestazione».
«Voglio sottolineare l’importanza della presenza delle scolaresche», aggiunge il sindaco Lino Gambaretto, «e dei reduci che saranno tra noi».
«Sono sempre più numerosi i turisti che vengono a visitare questo monumento, voluto per fare memoria di quei 120 mila morti italiani», sottolinea l’onorevole Gastone Savio del comitato promotore, «un monito a non commettere più gli errori del passato».
«Vengono da fuori provincia e anche da fuori regione per vedere il monumento», conferma Paolo Menapace del gruppo alpini di Soave. «Abbiamo invitato a partecipare gli aderenti di ben 40 associazioni combattentistiche e d’arma della provincia», riferisce Roberto Pellegrini, vice presidente di Assoarma Verona.
«Commettiamo spesso l’errore di non ricordare il passato», conclude Antonio Pastorello presidente del Consiglio provinciale. «Passato che ci mette nelle condizioni di commettere meno errori guardando al futuro».
FONTE: L’Arena

lunedì 14 gennaio 2013

MIUR, bullismo e cyberbullismo, campagna di prevenzione su smontailbullo.it


Su smontailbullo SOS bullismo, lo sportello virtuale di ascolto e assistenza dedicato a studenti, genitori e personale scolastico. Prosegue la campagna del Miur di prevenzione e contrasto al fenomeno del bullismo nelle scuole. Informazioni anche sul portale IoStudio, sezione Io Partecipo.
Il Miur assicura da tempo un presidio costante di attenzione, prevenzione e promozione di iniziative di contrasto al fenomeno del bullismo nelle scuole, di cui il cyberbullismo è solo un aspetto. Questi tipi di comportamento si manifestano in forme diverse, spesso difficili da prevedere e purtroppo, in alcuni casi gli atti di bullismo cyberbullismo assumono i contorni più tragici, come testimoniano alcune vicende di cronaca assurte all’attenzione generale dei cittadini attraverso i Media.
Per queste ragioni il Ministero porta avanti, sin dal 2007, programmi di prevenzione e intervento per affrontare i delicati fenomeni del bullismo e del cyberbullismo.
Il modello di intervento prevede una serie di strumenti e di attività diversificate.
Tra di esse si segnalano:
  • Il numero verde 800.66.96.96 del Progetto SOS Bullismo, attivo dal lunedì al venerdì dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 19.00;
  • Il sito Internet smontailbullo.it, che si occupa di inquadrare il fenomeno da un punto di vista psico-sociologico e culturale, fornendo utili strumenti e suggerimenti per fronteggiarlo, ed indicando una ricca bibliografia e filmografia sull’argomento;
  • L’indirizzo mail bullismo@istruzione.it che, così come il numero verde, accoglie segnalazioni di casi ma anche richieste di informazioni e consigli.
Il Portale IoStudio all’interno della sezione IoPartecipo, contiene un’area dedicata alla campagna “Smontailbullo“.
Il sito dedicato al fenomeno del bullismo smontailbullo.it è un luogo virtuale di raccordo per tutte le iniziative poste in essere. Al suo interno, è possibile trovare materiale illustrativo, schede e informazioni utili per conoscere e affrontare meglio il fenomeno.
Il sito smontailbullo.it è suddiviso in 4 sezioni, utili per comprendere il fenomeno e ricevere alcune informazioni preziose su come intervenire e sulle linee di condotta da seguire.
La sezione “Il bullismo” che presenta una descrizione sintetica del fenomeno, dei suoi protagonisti e di come sviluppare un possibile intervento di prevenzione e di contrasto alla violenza nella scuola.
C’è poi la sezione “La campagna”, per essere informati anche sulle iniziative e sui progetti promossi dalle Regione o dalle Province.
Nella sezione “Contattaci” sono reperibili i riferimenti dell’Osservatorio sul Bullismo istituito presso ogni Regione, affinché ovunque in Italia le scuole, i ragazzi e le famiglie trovino un riferimento vicino con cui progettare, informarsi, chiedere un consulto in caso di bisogno.
Il Numero Verde e la casella e-mail sono ulteriori strumenti. Garantiscono la riservatezza e la possibilità di chiedere informazioni e consigli agli esperti messi a disposizione dal MIUR.